La sottozona di Verucchio si estende lungo la valle del torrente Marecchia che dalla Via Emilia si spinge fino all’appennino.
La viticoltura, che può raggiungere anche 450 metri di altitudine nelle zone pedemontane, è concentrata soprattutto nell’intorno delle località di Verucchio e Torriana. Altre importanti località di vinificazione sono Santarcangelo e Novafeltria. I suoli possono essere divisi in due categorie: alle quote più basse prevalgono le terre brune, argillose, mentre a quelle più elevate i terreni si fanno più grigi, con presenza di marne gessose. A Verucchio, sulle pendici dei colli della Valmarecchia si ottengono vini di maggiore beva.
Valle del torrente Marecchia, dalla Via Emilia sino all’appennino. La viticoltura è concentrata nei dintorni di Verucchio e Torriana, Santarcangelo e Novafeltria
50-450 m slm
Terre brune alle quote più basse, marne gessose e terre grigie alle quote più alte
ROCCA MALATESTIANA DI VERUCCHIO
La Rocca di Verucchio è una delle più grandi e meglio conservate fortificazioni malatestiane: costruita da Sigismondo Malatesta nel 1449 su di un fortilizio risalente al X secolo, è ben riconoscibile dalla caratteristica guardiola sulla quale è incastonato un grande orologio che segna le ore sulla centrale Piazza Malatesta. Quando i Malatesta vengono definitivamente sconfitti dai Montefeltro, il castello passa sotto il dominio diretto della Chiesa, e viene affidato alcuni anni più tardi a Cesare Borgia. La Rocca conserva l’imponente albero genealogico dei Malatesta, è composta da due cortili, dalle sale del palazzo Baronale e dalla torre del Mastio, da cui si ammira lo splendido paesaggio della Valmarecchia.
Fotografia OpenLibrary Emilia Romagna
L’area di Bertinoro, nota come “il Balcone di Romagna”, poggia le fondamenta su dolci colline di natura calcareo-organogena tra i 100 e i 250 m di quota.
100-350 m slm
Ad eccezione di Casola Valsenio e della frazione di Zattaglia, dove i vigneti arrivano a toccare i 450 metri, il cuore produttivo di questa sottozona si distingue in tre parti assai diverse.
180-500 m slm
Castrocaro vanta 3 zone storicamente vocate e tra loro profondamente differenti.
80-300 m slm
La viticoltura della sottozona Cesena vede al suo interno due settori distinti.
60-250 m slm
Nel Riminese, il Sangiovese è stato coltivato intensamente fino al 1860, poi abbandonato perché tacciato di possedere poca alcolicità.
Grande sottozona estesa lungo la via Emilia tra le città di Imola e Bologna.
60-400 m slm
La valle del Rubicone ha colline che sembrano immense terrazze affacciate sul mare.
60-300 m slm
Marzeno si sviluppa essenzialmente lungo la valle dell’omonimo torrente, e in particolare nella sua parte terminale.
100-200 m slm
Chiusa tra le sottozone di Bertinoro e Predappio, lungo la destra orografica del fiume Bidente, Meldola è la meno vitata delle 16 sottozone della denominazione.
100-150 m slm
È la sottozona più estesa della denominazione e una delle meno vitate.
160-400 m slm
Sottozona di fama alimentata da un terroir di valore, caratterizzato da una viticoltura esclusivamente collinare, da quote fino ai 500 metri e da suoli sedimentari prevalentemente di arenarie.
300-600 m sl
Posizionata a metà strada tra Faenza e Forlì, questa zona ospita la viticoltura di qualità sia nella fascia pedecollinare, intorno ai 70 metri di quota, sia in quella collinare.
60-200 m slm
Predappio è sinonimo di un Sangiovese minerale e longevo, vigoroso nel temperamento tannico e poco incline al frutto giovanile, ma la sottozona può essere divisa in sei zone differenti.
120-400 m slm
San Clemente vuole identificare l’areale più caldo del Riminese, con i suoi gessi e le argille più colorate, con vini di struttura, ma anche con una buona tensione acida.
La sottozona Serra si distingue al suo interno in quattro differenti settori. Il primo, partendo da nord, dove i terreni fertili, profondi e argillo-ferrosi danno vita a rossi fruttati e agili.