Marzeno si sviluppa essenzialmente lungo la valle dell’omonimo torrente, e in particolare nella sua parte terminale.
Il territorio si presenta dolce, ondulato, di tanto in tanto segnato da calanchi. La vite è decisamente presente lungo i due crinali collinari paralleli al corso del torrente, dove i suoli sono di matrice prevalentemente argillo-calcarea e l’altitudine oscilla tra 100 e 200 metri: qui i Sangiovese sono caldi, tannici e austeri, ma capaci di esprimere nel tempo notevoli doti di articolazione e dinamismo. La località pedecollinare di Sarna rappresenta l’unica eccezione dove la pianura è più evidente e i terreni si nutrono di argille evolute e fertili: qui i rossi puntano più sul volume e su una ricchezza fruttata che va colta soprattutto in gioventù.
Piccola sottozona molto omogenea estesa lungo il percorso del torrente Marzeno, tra Faenza e Modigliana
100-200 m slm
Argille prevalentemente calcaree brune e grigie, nel versante nord est tendenti al rosso
Rocca di Ceparano
Ceparano, appena fuori dall’abitato di Marzeno, presenta i resti di una Rocca medievale edificata nel 1378 da Astorgio I Manfredi, signore di Faenza. La Rocca, posta ai confini meridionali del territorio controllato dalla Signoria, è ridotta a rudere da oltre quattro secoli, da quando cioè la Santa Sede, nel 1577, fece demolire il tetto per renderla inutilizzabile ai briganti che infestavano la zona. Le imponenti murature in blocchi di pietra, la forma tozza e l’aspetto “capitozzato” la rendono quasi più simile a un nuraghe sardo. All’esterno sono ancora riconoscibili tracce delle mura perimetrali, delle cisterne e dei sotterranei, mentre all’interno sono presenti un’altra cisterna, il forno e il pozzo “incamiciato” dentro quel che resta dell’originale scala a chiocciola in arenaria.
L’area di Bertinoro, nota come “il Balcone di Romagna”, poggia le fondamenta su dolci colline di natura calcareo-organogena tra i 100 e i 250 m di quota.
100-350 m slm
Ad eccezione di Casola Valsenio e della frazione di Zattaglia, dove i vigneti arrivano a toccare i 450 metri, il cuore produttivo di questa sottozona si distingue in tre parti assai diverse.
180-500 m slm
Castrocaro vanta 3 zone storicamente vocate e tra loro profondamente differenti.
80-300 m slm
La viticoltura della sottozona Cesena vede al suo interno due settori distinti.
60-250 m slm
Nel Riminese, il Sangiovese è stato coltivato intensamente fino al 1860, poi abbandonato perché tacciato di possedere poca alcolicità.
Grande sottozona estesa lungo la via Emilia tra le città di Imola e Bologna.
60-400 m slm
La valle del Rubicone ha colline che sembrano immense terrazze affacciate sul mare.
60-300 m slm
Chiusa tra le sottozone di Bertinoro e Predappio, lungo la destra orografica del fiume Bidente, Meldola è la meno vitata delle 16 sottozone della denominazione.
100-150 m slm
È la sottozona più estesa della denominazione e una delle meno vitate.
160-400 m slm
Sottozona di fama alimentata da un terroir di valore, caratterizzato da una viticoltura esclusivamente collinare, da quote fino ai 500 metri e da suoli sedimentari prevalentemente di arenarie.
300-600 m sl
Posizionata a metà strada tra Faenza e Forlì, questa zona ospita la viticoltura di qualità sia nella fascia pedecollinare, intorno ai 70 metri di quota, sia in quella collinare.
60-200 m slm
Predappio è sinonimo di un Sangiovese minerale e longevo, vigoroso nel temperamento tannico e poco incline al frutto giovanile, ma la sottozona può essere divisa in sei zone differenti.
120-400 m slm
San Clemente vuole identificare l’areale più caldo del Riminese, con i suoi gessi e le argille più colorate, con vini di struttura, ma anche con una buona tensione acida.
La sottozona Serra si distingue al suo interno in quattro differenti settori. Il primo, partendo da nord, dove i terreni fertili, profondi e argillo-ferrosi danno vita a rossi fruttati e agili.
La sottozona di Verucchio si estende lungo la valle del torrente Marecchia che dalla Via Emilia si spinge fino all’appennino.
50-450 m slm