Predappio è sinonimo di un Sangiovese minerale e longevo, vigoroso nel temperamento tannico e poco incline al frutto giovanile, ma la sottozona può essere divisa in sei zone differenti.
La prima, a nord, ha suoli che spaziano dalle argille tenaci alle sabbie plioceniche e un vino che mostra un profilo muscolare, fatto di volume tannico e grinta alcolica in gioventù, in grado di esprimere profumi terziari di notevole distinzione. La seconda, a nord est, si alza fino a 230 metri con terreni argillo-calcarei segnati da intrusioni arenacee: produce vini meno austeri, più avvolgenti al gusto e più intensi nel frutto. La terza, verso ovest, ha suoli argillosi e compatti, colline morbide, e dà vini che esibiscono calore, ruvidezza tannica e un tono amarognolo marcato. Nella quarta, a sud ovest, i terreni assumono una matrice marnoso-gessosa e il Sangiovese un carattere minerale singolare e una struttura solida, pastosa. Infine, la striscia di vigneti coltivata lungo la valle del Bidente e la frazione di Strada San Zeno dove le quote arrivano ai 400 metri e il suolo ha una forte presenza di arenaria: qui il Sangiovese si fa apprezzare per un frutto tenero e succoso, screziato da leggere sensazioni vegetali, e per un gusto agile ed elegante.
Grande sottozona estesa lungo la vallata del torrente Rabbi e sulla sponda sinistra del Bidente. Si possono individuare alcuni areali principali: Predappio Alta, Fiumana, Ravaldino, Vecchiazzano, Cusercoli, San Zeno
120-400 m slm
Dominano i suoli calcareo argillosi di colore ocra e bruno con intrusioni di argille rosse e sabbie nelle aree più basse, gessi e calcare organogeno a Predappio Alta, arenarie nelle zone più alte di Cusercoli e San Zeno
Rocca di Predappio
L’impianto del castello risale al 1283, opera di Giovanni d'Appia, consigliere e comandante delle truppe del papa Martin IV inviate in Romagna per riconquistare le terre cadute sotto la dominazione ghibellina, di cui Dante fa cenno nel XXVI canto. Giovanni d'Appia, sconfitto, si ritirò sul colle di Predappio e fece costruire il castello sulla sommità di una roccia. Da qui deriverebbe anche il nome del borgo, Predappio, ovvero prè (in dialetto romagnolo «pietra») d'Appia. Oggi la Rocca viene resa accessibile solo in occasione di eventi particolari promossi dal Comune nell'ambito di rassegne estive.
Fotografia Adobe Stock
L’area di Bertinoro, nota come “il Balcone di Romagna”, poggia le fondamenta su dolci colline di natura calcareo-organogena tra i 100 e i 250 m di quota.
100-350 m slm
Ad eccezione di Casola Valsenio e della frazione di Zattaglia, dove i vigneti arrivano a toccare i 450 metri, il cuore produttivo di questa sottozona si distingue in tre parti assai diverse.
180-500 m slm
Castrocaro vanta 3 zone storicamente vocate e tra loro profondamente differenti.
80-300 m slm
La viticoltura della sottozona Cesena vede al suo interno due settori distinti.
60-250 m slm
Nel Riminese, il Sangiovese è stato coltivato intensamente fino al 1860, poi abbandonato perché tacciato di possedere poca alcolicità.
Grande sottozona estesa lungo la via Emilia tra le città di Imola e Bologna.
60-400 m slm
La valle del Rubicone ha colline che sembrano immense terrazze affacciate sul mare.
60-300 m slm
Marzeno si sviluppa essenzialmente lungo la valle dell’omonimo torrente, e in particolare nella sua parte terminale.
100-200 m slm
Chiusa tra le sottozone di Bertinoro e Predappio, lungo la destra orografica del fiume Bidente, Meldola è la meno vitata delle 16 sottozone della denominazione.
100-150 m slm
È la sottozona più estesa della denominazione e una delle meno vitate.
160-400 m slm
Sottozona di fama alimentata da un terroir di valore, caratterizzato da una viticoltura esclusivamente collinare, da quote fino ai 500 metri e da suoli sedimentari prevalentemente di arenarie.
300-600 m sl
Posizionata a metà strada tra Faenza e Forlì, questa zona ospita la viticoltura di qualità sia nella fascia pedecollinare, intorno ai 70 metri di quota, sia in quella collinare.
60-200 m slm
San Clemente vuole identificare l’areale più caldo del Riminese, con i suoi gessi e le argille più colorate, con vini di struttura, ma anche con una buona tensione acida.
La sottozona Serra si distingue al suo interno in quattro differenti settori. Il primo, partendo da nord, dove i terreni fertili, profondi e argillo-ferrosi danno vita a rossi fruttati e agili.
La sottozona di Verucchio si estende lungo la valle del torrente Marecchia che dalla Via Emilia si spinge fino all’appennino.
50-450 m slm