Posizionata a metà strada tra Faenza e Forlì, questa zona ospita la viticoltura di qualità sia nella fascia pedecollinare, intorno ai 70 metri di quota, sia in quella collinare.
I terreni vedono la netta prevalenza di argille dilavate e ferrose, meno rosse e profonde via via che l’altimetria aumenta fino a toccare i 200 metri: qui il Sangiovese esprime un frutto vivo e succoso, e con esso una struttura lineare e gustosa. Una prima eccezione è rappresentata dai rilievi di Petrignone, con suoli di tonalità più scura, dove il Sangiovese ha un temperamento sapido/tannico più profondo e progressivo della media. La seconda eccezione include la copiosa lente di Molasse del Messiniano, dove il Sangiovese si fa più minerale nei profumi (quasi sulfureo) e in bocca si distingue per uno sviluppo ampio e voluminoso.
Si estende tra Faenza e Forlì, le località più importanti sono Oriolo, Santa Lucia, I Sabbioni, Castiglione, Petrignone
60-200 m slm
Sul versante occidentale faentino dominano le argille brune e rosse, sul versante orientale forlivese dominano i suoli color ocra e le sabbie gialle plioceniche
Torre di Oriolo
Nel 1474, l’Arcivescovo Bartolomeo Roverella cedette il dominio di Oriolo a Carlo II Manfredi, Signore di Faenza. Il vecchio castello fu ristrutturato e trasformato in Rocca ad uso strettamente militare. In particolare, venne ricostruita la torre esagonale, ancora oggi visitabile, e fortificato l’accesso mediante due spessi muri dotati di camminamenti superiori. A partire dalla seconda metà del ‘700, la proprietà della Torre fu ceduta a privati: adibita per lo più ad abitazione per mezzadri che lavoravano le vigne circostanti. Oggi è stata recuperata dall’Associazione Torre di Oriolo che organizza visite guidate, rievocazioni storiche, feste tradizionali e manifestazioni enogastronomiche.
Fotografia Adobe Stock
L’area di Bertinoro, nota come “il Balcone di Romagna”, poggia le fondamenta su dolci colline di natura calcareo-organogena tra i 100 e i 250 m di quota.
100-350 m slm
Ad eccezione di Casola Valsenio e della frazione di Zattaglia, dove i vigneti arrivano a toccare i 450 metri, il cuore produttivo di questa sottozona si distingue in tre parti assai diverse.
180-500 m slm
Castrocaro vanta 3 zone storicamente vocate e tra loro profondamente differenti.
80-300 m slm
La viticoltura della sottozona Cesena vede al suo interno due settori distinti.
60-250 m slm
Nel Riminese, il Sangiovese è stato coltivato intensamente fino al 1860, poi abbandonato perché tacciato di possedere poca alcolicità.
Grande sottozona estesa lungo la via Emilia tra le città di Imola e Bologna.
60-400 m slm
La valle del Rubicone ha colline che sembrano immense terrazze affacciate sul mare.
60-300 m slm
Marzeno si sviluppa essenzialmente lungo la valle dell’omonimo torrente, e in particolare nella sua parte terminale.
100-200 m slm
Chiusa tra le sottozone di Bertinoro e Predappio, lungo la destra orografica del fiume Bidente, Meldola è la meno vitata delle 16 sottozone della denominazione.
100-150 m slm
È la sottozona più estesa della denominazione e una delle meno vitate.
160-400 m slm
Sottozona di fama alimentata da un terroir di valore, caratterizzato da una viticoltura esclusivamente collinare, da quote fino ai 500 metri e da suoli sedimentari prevalentemente di arenarie.
300-600 m sl
Predappio è sinonimo di un Sangiovese minerale e longevo, vigoroso nel temperamento tannico e poco incline al frutto giovanile, ma la sottozona può essere divisa in sei zone differenti.
120-400 m slm
San Clemente vuole identificare l’areale più caldo del Riminese, con i suoi gessi e le argille più colorate, con vini di struttura, ma anche con una buona tensione acida.
La sottozona Serra si distingue al suo interno in quattro differenti settori. Il primo, partendo da nord, dove i terreni fertili, profondi e argillo-ferrosi danno vita a rossi fruttati e agili.
La sottozona di Verucchio si estende lungo la valle del torrente Marecchia che dalla Via Emilia si spinge fino all’appennino.
50-450 m slm